martedì 15 maggio 2012

La bacchetta è spezzata! Appello di Harry Potter all'umanità che confida in se stessa.




Il signore degli anelli e Harry Potter, ultime Epopee Global di questa era, si sono concluse l'anno scorso.
Abbiamo dovuto attendere “I doni della morte” per scoprire l'intrinseco legame tra i due formidabili miti odierni. L'uomo contemporaneo, vi è raccontato in due spietate declinazioni.
Ne “Il signore degli anelli” la disperata, battaglia contro l'invincibile malvagità del potere si apre a una finalmente tangibile speranza solo quando viene annunciato, con solennità e ritrovata fede, che la Spada è stata riparata!
Si parla non solo della spada del Re, senza la quale esso non è tale, ma anche della spada con cui lo stesso invincibile nemico fu sconfitto tempo addietro ribaltando un pronostico già scritto.
Tale artefatto, benché innestato in un Fantasy canonico in cui la magia fa la sua parte, non ha alcun potere fuorché quello carismatico che le proviene da un passato glorioso. Persino l'occhio di Sauron contrae la sua pupilla fiammeggiante, spaventato da quello che può realizzare il valore simbolico-carismatico di un simile cimelio.
Non a caso, nonostante la magia di stregoni e elfi, il potere di creature ancestrali come gli Ent, s'è dovuto ripristinare il passato, una leggenda, riparare una vecchia spada, per cominciare a pensare davvero di poter sconfiggere una forza ancora ben al di sopra della possibilità di Frodo e compagni.
La spada è stata riparata! Viene detto e ripetuto, come a dire che la storia, il Fato (il medioevo non ha mai “Futuro”), è stato ricollocato secondo le linee guida di quel che potremmo semplicisticamente definire il giusto corso, la retta via, “la giustizia”. In tempi fanta-medievali, vista, inevitabilmente, come il ripristino di un sabotato status quo.
Con il ritorno del(la spada) del Re gli alleati rispondono, gli uomini ritrovano coraggio e speranze e tutto sembra se non proprio sicuro, quanto meno possibile. Tanto basta, nella Terra di mezzo, perché una vittoria improbabile abbia luogo.
Foto di Francesca Pili + Picasa


Lo sfregiato Harry Potter, dopo uno scontro del tutto simile alle guerre viste nel fantasy di Peter Jackson, si ritrova, a giochi fatti, con la bacchetta più potente mai costruita tra le mani. Il suo potere è più che meramente carismatico, ma essa e la spada del re condividono lo stesso simbolismo e alimentano metafore simili. Entrambe, se brandite dal proprio “Re”, possono dare la speranza o imporre la paura, come il potere negli stati totalitari. Ma nelle storie della Rowling, ambientate in una Londra secoli e secoli successiva alle vicende fantastiche della Terra di mezzo, l'universo di sfondo esprime una società inevitabilmente più evoluta la cui “potenza” si compie, non nell'utopia del “Regno illuminato” ma in quella della “Democrazia” dove Non il Fato, ma un Futuro, finalmente contemplato tra le possibilità del pensare, necessita che lo scettro magnifico e tenebroso del potere, venga, non riparato, ma, definitivamente Spezzato e gettato nell'orrido perché libertà e arbitrio siano definitivamente ripristinati.
Messe da parte le folli strumentalizzazioni che hanno visto certa politica tentare di marchiare le opere di Tolkien, vi invito a esercitare la vostra “reità” scegliendo quotidianamente il mondo in cui proiettare voi stessi e i vostri cari.
Temere di dover decidere da soli giorno per giorno come trascorrere il vostro tempo, come e dove spostarvi nello spazio-tempo della vostra esistenza è “Normale” ma spingersi a immaginare un futuro, lottare per realizzarlo e infine compierlo è straordinario.
E Se vivere vi sarà piaciuto ricordate che sono state migliai, milioni di spade spezzate, a renderlo possibile.



domenica 22 aprile 2012

A Berlino tutto a posto


Riprendo questo blog dopo una lunga pausa servita a completare il fisiologico assestamento dovuto al radicale cambiamento. Maggio scorso mi sono trasferito a Berlino. Mi sono dedicato ad ammirarla e apprazzare le sue infinite meraviglie mentre studiavo i "fondamentali" della lingua. Ho quindi congelato lo sguardo libero per lasciare spazio allo sguardo utile e poter, col suo aiuto, trovare un domicilio stabile con affitto ragionevole in luogo congeniale. E ce l'ho fatto. Cioè, io, la mia ragazza e il nostro gatto ce l'abbiamo fatta.
Verso ottobre abbiamo assaporato il primo freddo. Qui dire "primo" non ha alcun effetto sull'irrigidimento degli arti e il rigonfiamento delle mucose nasali.
E scoperto che anche qui nel bene e nel male esiste il caso. A novembre ha agito. Portandomi in ospedale con un malanno sgradevole e spaventoso da descrivere ma rivelatosi – ancora il caso – innocuo più o meno.
La degenza è durata quasi un mese. Ed è stata resa sopportabile, persino piacevole dalla gentilezza e dall'estrema competenza di medici e paramedici. Per non parlare della disponibilità e del calore degli amici vecchi e nuovi e dei parenti.
Quindi in condizioni più che accettabili sono tornato in Sicilia a far riabilitazione e a riposar membra e mente.
Oggi mi sento quasi al 100 %, sono di nuovo a Berlino e ho tutte le intenzioni di ripendere il "film" da dove l'avevo lasciato. Vi dirò però un'ultima cosa su questa incredibile città.
È molto povera, economicissima, e la gente è felice. Sapete perché?



Sanno ovviamente cosa sia una Porsche e naturalmente cosa sia un I-Phone. Ma non sanno cosa significhi STATUS SYMBOL, non conoscono la vanità né la malizia. Indispensabili per muovere i primi passi nel fetente ipocrita, per nulla utile mondo del "giudicare".E come pochi sanno: Niente giudizio significa più libertà, (non quella tristemente nota della "casa...", quella degli uomini.
L'unica libertà capace di essere inevitabile preludio alla felicità.



Nota:
Come tutti sappiamo, le generalizzazioni (quelle positive non meno di quelle negative) sono per definizione inaccettabili. Ma le stigmatizzazioni molto diffuse, quando riconosciute come false dovranno pur essere combattute in qualche modo!

giovedì 2 giugno 2011

Fine del film!

Michele Serra scriveva su Repubblica all'indomani delle amministrative più o meno così:

"In italia sono finalmente finiti gli anni 80, il decennio più lungo della nostra storia."

Commento lucido e ficcante, che sposta giustamente la questione dalla politica alla storia

con buona pace della bagarre partitica che si sta scatenando attorno alla vicenda.

Provo ad agganciarmi al suo rilievo facendo un po' di storia elementare.
Prima c'è l'economia d'impresa. che funziona così: In corso umberto a Siracusa ci sono due bar che distano tra loro 300
metri. In uno dei due, un cannolo costa 2 euro, nell'altro costa 1 euro. La qualità dei cannoli è pressoché identica eppure
uno costa il doppio dell'altro. Se voglio fare l'imprenditore devo piazzarmi a metà strada tra i due, comprare i cannoli dal
bar più economico (a un euro) e venderli dalla mia postazione intermedia a 1,5 euro.

quando l'uomo ha cominciato a perdere di vista il valore della merce e ha preso ad amare il denaro è nata La finanza dove
all'aumentare del rischio aumentava il denaro. Ma in mezzo tra l'una e l'altra c'è stata l'era delle truffe che introducevano
il concetto di azzardo e lo accostavano a quello di illegalità. In mezzo alle due c'è stato Totò!

Chiudiamo gli occhi e immergiamoci in un film di Totò. Ridiamo... spegniamo la tv, torniamo alle nostre cose. supponiamo
invece che totò, non l'uomo ma il personaggio, supponiamo che esca dallo schermo e riesca attraverso trucchi e sotterfugi
vari ad occupare una poltrona importante nel nostro bel paese. Totò presidente del consiglio!

Sarebbe tanto divertente quanto inefficace, eppure sarebbe amato da tutti, guardato con simpatia dagl'italiani di tutte le
età proprio per questo suo spirito da inncuo rubagalline.

Certo se gli sceneggiatori dei film del principe De Curtis avessero sostituito il suo fare sconclusionato con l'agire
risoluto mantenendo le stesse battute, se avessero creato un Totò a due facce, non si sarebbe parlato più di film comico ma
di film grottesco. Quel genere che dopo averti divertito tronca le risate con l'atrocità e sostituisce la commedia con la
tragedia surreale.

Credo sia successo questo in Italia, non abbiamo avuto il principe ma il cavaliere non un film ma la realtà.

Totò è stato un grandissimo attore, ed è stato grande nel raccontare le miserie dell'Italia

dei suoi tempi, e non rocamboleschi effimeri successi di un furbetto ignorante.

non distinguere le due cose ci è stato fatale.

Non facciamolo più, per favore. Perché forse il film è finito.

domenica 3 aprile 2011

La fame

Mi scusi, non vorrei sembrarle invadente, so che non ci conosciamo e può sembrare strano fermarsi a parlare con uno sconosciuto alla fermata dell'autobus ma io non ho nessuno a cui chiedere. Non fraintenda, il fatto che io non abbia altri che me non deve spaventarla, non sono in cerca di soldi... cioè sì, ma non in questa maniera. Insomma, ho una certa istruzione, posso lavorare, sono in gamba, potrei fare un sacco di cose... la prego mi faccia parlare, non spero che abbia un lavoro per me, ma pensavo che un uomo come lei, che ha tutto l'aspetto di aver vissuto seguendo certi obbiettivi e di averli raggiunti, potrebbe darmi un consiglio. Mi accontento di una battuta, di una frasetta. Qualcosa che mi spieghi cosa succede, e come uscirne vivi. Mi rendo conto che così... su due piedi, pare impossibile, ma può rifletterci fino all'arrivo dell'autobus. Non è molto ma è comunque un po' di tempo, poi non la scoccerò più. Non tema, non salirò con lei, non saprei dove scendere, per questo ho deciso di mettermi qui. Ci sono persone. E posso chiedere. Chiedere è gratis si tende a dimenticarlo. Che mi dice?
Cristo santo. È già qualcosa! Senza di lei non ci sarei mai arrivato, mi creda. Grazie tante e buona giornata!
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Mi scusi, non vorrei sembrarle invadente, so che non ci conosciamo e può sembrare strano fermarsi a parlare con uno sconosciuto alla fermata dell'autobus ma io non ho nessuno a cui chiedere. Non fraintenda, il fatto che io non abbia altri che me non deve spaventarla, non sono in cerca di soldi né di avventure. Vorrei solo lavorare ma come sa è una vera impresa, coi tempi che corrono. Ho un amico, però... una specie, di amico, che suggerisce di inventarsi un mestiere. Ed è una gran bella idea, ora il problema di trovare lavoro non c'è più, devo solo inventarmelo e, wow, un bel passo avanti, lo riconosco, ma ora, il fatto è che io sono molto preparato ma non sono mai stato molto creativo e la creatività non s'impara a scuola, così sono a un vicolo cieco e non è colpa mia. Ne conviene, no? Cioè, è Dio che distribuisce la creatività e ora è tardi per fare reclamo. Senza offesa, eh! Se lei non è credente dimentichi quel che ho detto su Dio e la creatività. Possiamo sempre dire che il caso o la... come si chiama, entropia?, ha “stabilito” che ne fossi privo o che sono semplicemente destinato a morire di fame per la mia mancanza di creatività, sì, forse mi ci dovrei rassegnare ma non è facile, sa? Persino un evoluzionista di ferro avrebbe difficoltà a lasciarsi morire, è d'accordo? Insomma quel che dico è che lei potrebbe darmi un buon suggerimento. Mi pare una donna di un certo piglio e a giudicare dal suo anello... stia tranquilla non voglio derubarla, se vuole possiamo parlare a una certa distanza, ho studiato anche le regole della prossemica, io. Oh... finalmente un sorriso, è già qualcosa, sa? Pare che la gente sia tutta coi nervi per aria, e certe volte non posso fare a meno di sentirmi in colpa, per questo. Ci crederebbe? Senta, mi spiace di averle rubato tutto questo tempo, ma ne ho tanto ed è tutto ciò che posso investire... no, grazie davvero, e scusi se sorrido, lei mi piace e sono felice di piacerle anch'io ma come le dicevo il tempo è tutto quello che ho e non posso permettermi di regalarle una o due ore, né tanto meno di scambiarle con una cosa piacevole come il sesso; in pochi secondi sarei divorato dai sensi di colpa. Sono come i piraña, quelli. Oh non è un rifiuto, solo una risposta molto ragionevole, forse troppo, ma è tutta questione di prospettive, io per esempio che prospettive crede che abbia? Non molte vero? E può darsi mi convenga accettare il premio di consolazione , senza offesa, e seguirla a casa sua, ma sa una cosa? È stato bello anche solo immaginarlo, di stare in un letto fresco di bucato con lei a fare l'amore come si deve, è stato davvero molto molto bello. Mi creda, non faccio così per dire, io ho impiegato mesi, a immaginare le cose, e ora sono davvero bravo, capisce? Così ha senso che le dica quanto sia stata fantastica. Ma ora la prego, tra poco passerà l'autobus e lei sparirà per sempre. Non ho tanto tempo, lei è una donna sposata, probabilmente una madre. So quanto una madre sappia gestire le cose in famiglia. La parola “economia” ha un etimo che allude al mestiere della casalinga, lo sapeva? E ciò fa di lei la persona giusta a cui chiedere di inventarsi un lavoro per me. Almeno mi dica dove lo cercherebbe, secondo quale criterio. Bisogni senza soluzioni, eh? Caspita, questa ha tutta l'aria di essere una vera idea! Crede che ora potrei andarmene così con la sua vera idea senza pormi il problema di ringraziarla, perché io non ho niente per ringraziarla ma forse lei ha risolto i miei problemi o per lo meno ha contribuito generosamente a farlo e io non posso che esserle grato, o molto grato ma detta così non c'è molta differenza tra le due cose. Allora possiamo, se vuole, dico, abbracciarci, che glie ne pare? Sarebbe un abbraccio fraterno, o come vuole intenderlo lei, pensa che potremmo farlo, a me, ormai, viene anche naturale, dopo quello che... sa, quello che ho immaginato... voglio dire... Sì? Allora va bene. Forza e coraggio...
come sono andato? Niente male, vero? Lo so da me io, che a immaginare sono forte. Se solo fosse una competenza spendibile...
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Buonasera, io sono un disoccupato ma sono molto preparato e ho chiesto qua e là e ora ho un'idea.
Certo che gliene parlo. Come sa il lavoro oggi è una chimera ma io ho chiesto in giro e m'è stato detto che bisognava inventarselo da zero, il proprio lavoro, e che avrei dovuto cercarlo là dove ci sono delle necessità e nessuna vera soluzione. Buona, no? Una cazzutissima casalinga! Scusi... è solo l'entusiasmo.
Certo. Come può immaginare mi s'è aperta una quantità tale di finestre a cui affacciarmi che sono stato una notte intera a scegliere. Stavo al parco del centro, sa, davanti alla statua equestre di un qualche eroe di cui non ricordo il nome, non che ne vada fiero, intendiamoci... insomma stamattina ho avuto l'illuminazione ed eccomi qua. Voi volete portare avanti il vostro progetto energetico basato sul nucleare ma con quello che è accaduto a Fukujima le cose si sono messe male giusto? Ora ragioniamoci insieme. Dov'è che “il nucleare” fa acqua?
Non sono un giornalista, solo un aspirante onesto-lavoratore, gliel'ho già detto... ma che le hanno fatto questi poveri giornalisti...?
Ma no!... non abbia paura, sappiamo entrambi che c'è una sola questione per cui non avete una risposta pronta davvero convincente. Non è la sicurezza, le statistiche sono a vostro favore e le giustificazioni se ben schierate possono reggere. D'accordo, glielo dico io, il punto debole del nucleare sono le scorie. Dove intendete stiparle??? Sì, in Finlandia stanno costruendo quell'enorme “cantina” a tenuta stagna ma è una falsa soluzione, il trucco della polvere sotto il tappeto. Poco credibile, quante persone crede siano disposte a cascarci?
Ascolti, io ho la soluzione, non è il tappeto, non è lo spazio infinito, non è nulla di ciò che s'è detto sull'argomento. Ma è efficace, ecologico e credibile. Peraltro, so che non mi crederà, risolverebbe anche il problema “rifiuti” e il problema “disoccupazione”.
Non sono pazzo, e non ho paura che mi rubi l'idea, perché vi servirò io, per attuarla, e ve ne serviranno altre, di persone come me. Molte molte altre. No, signore, nessun talento o conoscenza particolari, il paese è pieno di gente che può farlo, il mondo intero ne è pieno. Ciò che serve è solo un po' di disperazione.
Non ci arriva, eh?
Io, noi... le sue, le vostre scorie, i vostri rifiuti, la vostra merda, senza offesa, per mille euro al  mese ce la mangiamo tutta.

venerdì 4 febbraio 2011

Mollare gli ormeggi.


Cosa trattiene una persona in un luogo? "I parenti... gli amici...", mi dicono, ma non sono convincenti, e lo sanno. Nel 2011 suona priva di senso una simile obiezione. eppure per molte persone che conosco e che davvero non riesco a capire, all'aumentare della distanza aumenta il dolore, e inspiegabilmente non conta che ci si trovi a meno di 3 ore di volo, non conta che in fondo anche quando condividevamo una città ci si vedeva poco e niente, non conta perché la partenza è la partenza , ed è vissuta dagli "altri" con l'egoismo della sindrome da abbandono con l'egoismo di chi sopravvive a un caro amico. Eppure non c'è verso, si tratta di qualcosa di molto profondo. Qualcuno tira fuori il lagame con la propria terra, mi parla della voce del suolo natio, di quanto sia impossibile ignorarla. E a me vengono in mente le sirene, quelle seduttive e ingannatrici di Ulisse e quelle allarmanti e non-rassicuranti della polizia. Mi chiedo se mi manchi un pezzo importante di personalità, rivango edissodo il terreno della memoria in cerca di un evento shock che abbia irrevocabilmente indurito quel pezzo d'anima in cui tutti dovremmo conservare l'amor patrio. Niente. Per me non è nulla più che tifo da stadio. Trovo stupido difendere ad oltranza il mio paese, e non lo faccio se non quando la si calunnia. Di contro c'è da dire che il mio paese non fa un granché perché io ne vada fiero e qui, per un attimo, mi sento incastrato dalle responsabilità. Forse il punto è proprio questo: il paese siamo noi e quindi anche io e se non rigo dritto io, se non faccio del mio corpo in azione un contagioso social network, se non impegno la mia vita nell'impresa di far capire ai sordi, se non "diffondo un verbo", o una manciata di verbi selezionati con cura per risvegliare le coscienze sopite, forse non sto facendo il mio dovere...! Ma non attacca, mollatemi ragazzi, io non voglio dare consigli a nessuno, non voglio convincere nessuno, perché poi alla gente piace parlare e si mettono a far salotto e mi incastrano in discussioni da cui non si esce. Non rapidamente quanto vorrei. Per carità, se un amico o anche l'amico di un amico  volesse approfittare del mio tempo, si potrebbe fare, ma a pagamento, 20 euro l'ora mi pare un ottimo prezzo. Perché tra l'altro io non ho nulla, ho solo me,  ecco perché il tempo mi è così caro.
Per farla breve partirò, che la gente lo capisca o meno, e partirò perché là dove vado le cose sono significativamente diverse. Non parlo di lavoro e denaro, ciò che mi sta a cuore, quello che mi ha reso l'Italia tanto odiosa è la velocità con cui si sono diffuse l'insolenza, la mancanza di dignità, la malilzia, l'invidia, e l'egoismo. La naturalezza con cui le istuituzioni calpestano quotidianamente i più elementari diritti umani facendo vanto della loro totale mancanza di compassione e capacità empatica.
E mi dispiace se potrei essere utile alla causa, ma, di vita, ho solo questa, e vorrei viverla in un posto in cui le menti siano aperte e abituate al civil convivere.
Però scriverò, questo sì. Ché tanto internet, come si dice di Dio, è ovunque.

i.b.