Michele Serra scriveva su Repubblica all'indomani delle amministrative più o meno così:
"In italia sono finalmente finiti gli anni 80, il decennio più lungo della nostra storia."
Commento lucido e ficcante, che sposta giustamente la questione dalla politica alla storia
con buona pace della bagarre partitica che si sta scatenando attorno alla vicenda.
Provo ad agganciarmi al suo rilievo facendo un po' di storia elementare.
Prima c'è l'economia d'impresa. che funziona così: In corso umberto a Siracusa ci sono due bar che distano tra loro 300
metri. In uno dei due, un cannolo costa 2 euro, nell'altro costa 1 euro. La qualità dei cannoli è pressoché identica eppure
uno costa il doppio dell'altro. Se voglio fare l'imprenditore devo piazzarmi a metà strada tra i due, comprare i cannoli dal
bar più economico (a un euro) e venderli dalla mia postazione intermedia a 1,5 euro.
quando l'uomo ha cominciato a perdere di vista il valore della merce e ha preso ad amare il denaro è nata La finanza dove
all'aumentare del rischio aumentava il denaro. Ma in mezzo tra l'una e l'altra c'è stata l'era delle truffe che introducevano
il concetto di azzardo e lo accostavano a quello di illegalità. In mezzo alle due c'è stato Totò!
Chiudiamo gli occhi e immergiamoci in un film di Totò. Ridiamo... spegniamo la tv, torniamo alle nostre cose. supponiamo
invece che totò, non l'uomo ma il personaggio, supponiamo che esca dallo schermo e riesca attraverso trucchi e sotterfugi
vari ad occupare una poltrona importante nel nostro bel paese. Totò presidente del consiglio!
Sarebbe tanto divertente quanto inefficace, eppure sarebbe amato da tutti, guardato con simpatia dagl'italiani di tutte le
età proprio per questo suo spirito da inncuo rubagalline.
Certo se gli sceneggiatori dei film del principe De Curtis avessero sostituito il suo fare sconclusionato con l'agire
risoluto mantenendo le stesse battute, se avessero creato un Totò a due facce, non si sarebbe parlato più di film comico ma
di film grottesco. Quel genere che dopo averti divertito tronca le risate con l'atrocità e sostituisce la commedia con la
tragedia surreale.
Credo sia successo questo in Italia, non abbiamo avuto il principe ma il cavaliere non un film ma la realtà.
Totò è stato un grandissimo attore, ed è stato grande nel raccontare le miserie dell'Italia
dei suoi tempi, e non rocamboleschi effimeri successi di un furbetto ignorante.
non distinguere le due cose ci è stato fatale.
Non facciamolo più, per favore. Perché forse il film è finito.
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