Il
signore degli anelli e Harry Potter, ultime Epopee Global di questa
era, si sono concluse l'anno scorso.
Abbiamo
dovuto attendere “I doni della morte” per scoprire l'intrinseco
legame tra i due formidabili miti odierni. L'uomo contemporaneo, vi è
raccontato in due spietate declinazioni.
Ne
“Il signore degli anelli” la disperata, battaglia contro
l'invincibile malvagità del potere si apre a una finalmente
tangibile speranza solo quando viene annunciato, con solennità e
ritrovata fede, che la
Spada è stata riparata!
Si
parla non solo della spada del Re, senza la quale esso non è tale,
ma anche della spada con cui lo stesso invincibile nemico fu
sconfitto tempo addietro ribaltando un pronostico già scritto.
Tale
artefatto, benché innestato in un Fantasy canonico in cui la magia
fa la sua parte, non ha alcun potere fuorché quello carismatico che
le proviene da un passato glorioso. Persino l'occhio di Sauron
contrae la sua pupilla fiammeggiante, spaventato da quello che può
realizzare il valore simbolico-carismatico di un simile cimelio.
Non
a caso, nonostante la magia di stregoni e elfi, il potere di creature
ancestrali come gli Ent, s'è dovuto ripristinare il passato, una
leggenda, riparare una vecchia spada, per cominciare a pensare
davvero di poter sconfiggere una forza ancora ben al di sopra della
possibilità di Frodo e compagni.
La
spada è stata riparata! Viene detto e ripetuto, come a dire che la
storia, il Fato (il medioevo non ha mai “Futuro”), è stato
ricollocato secondo le linee guida di quel che potremmo
semplicisticamente definire il giusto corso, la retta via, “la
giustizia”. In tempi fanta-medievali, vista, inevitabilmente, come
il ripristino di un sabotato status quo.
Con
il ritorno del(la spada) del Re gli alleati rispondono, gli uomini
ritrovano coraggio e speranze e tutto sembra se non proprio sicuro,
quanto meno possibile. Tanto basta, nella Terra di mezzo, perché una
vittoria improbabile abbia luogo.
Foto di Francesca Pili + Picasa |
Lo sfregiato Harry Potter, dopo uno scontro del tutto simile alle guerre viste nel fantasy di Peter Jackson, si ritrova, a giochi fatti, con la bacchetta più potente mai costruita tra le mani. Il suo potere è più che meramente carismatico, ma essa e la spada del re condividono lo stesso simbolismo e alimentano metafore simili. Entrambe, se brandite dal proprio “Re”, possono dare la speranza o imporre la paura, come il potere negli stati totalitari. Ma nelle storie della Rowling, ambientate in una Londra secoli e secoli successiva alle vicende fantastiche della Terra di mezzo, l'universo di sfondo esprime una società inevitabilmente più evoluta la cui “potenza” si compie, non nell'utopia del “Regno illuminato” ma in quella della “Democrazia” dove Non il Fato, ma un Futuro, finalmente contemplato tra le possibilità del pensare, necessita che lo scettro magnifico e tenebroso del potere, venga, non riparato, ma, definitivamente Spezzato e gettato nell'orrido perché libertà e arbitrio siano definitivamente ripristinati.
Messe
da parte le folli strumentalizzazioni che hanno visto certa politica
tentare di marchiare le opere di Tolkien, vi invito a esercitare la
vostra “reità” scegliendo quotidianamente il mondo in cui
proiettare voi stessi e i vostri cari.
Temere
di dover decidere da soli giorno per giorno come trascorrere il
vostro tempo, come e dove spostarvi nello spazio-tempo della vostra
esistenza è “Normale” ma spingersi a immaginare un futuro,
lottare per realizzarlo e infine compierlo è straordinario.
E
Se vivere vi sarà piaciuto ricordate che sono state migliai, milioni
di spade spezzate, a renderlo possibile.